Teresa Muratori Moneta
Madonna con Bambino
Oil on canvas
25 x 19 cm
Siamo grati al Prof. Daniele Benati per l'attribuzione del dipinto a Teresa Muratori Moneta, allieva di Giovan Gioseffo Dal Sole. Figlia di Roberto Muratori e di Cecilia Fungarini, Teresa Muratori...
Siamo grati al Prof. Daniele Benati per l'attribuzione del dipinto a Teresa Muratori Moneta, allieva di Giovan Gioseffo Dal Sole.
Figlia di Roberto Muratori e di Cecilia Fungarini, Teresa Muratori nasce a Bologna il 17 ottobre 1661. Originaria di Budrio, la famiglia paterna vanta un’alta genealogia e nei tre secoli precedenti si è distinta in ruoli governativi, amministrativi e accademici. Il padre, estimatore delle arti e sostenitore della dignità intellettuale della donna, avvia Teresa allo studio della pittura e della musica, vedendo nelle capacità artistiche della figlia anche la possibilità di celebrare il ruolo della famiglia nell’ambito cittadino.
Già nel 1678 Carlo Cesare Malvasia in Felsina pittrice cita l’attività artistica della allora appena diciasettenne pittrice, indicandola erroneamente quale allieva di Elisabetta Sirani. I primi dipinti significativi risalgono al periodo dell’apprendistato presso Emilio Taruffi; tra questi la Madonna col Bambino e Santa Monica genuflessa e il Martirio di Santa Caterina, rispettivamente nelle chiese bolognesi di Sant’Agostino e di San Nicolò degli Albari (le due pale sono perdute; la seconda fu rimossa e dispersa dopo il 1732).
Coeva è la produzione musicale di Teresa Muratori documentata in modo certo: già del 1686 è un sonetto celebrativo per la pala in San Nicolò. Sopravvivono i soli libretti a stampa degli oratori Il martirio di Santa Colomba (Bologna, chiesa di Santa Maria di Galliera, 1° novembre 1689), Li giochi di Sansone (ibid., 1694), L’Esterre (ibid., 27 marzo 1695) e Cristo morto (ibid., oratorio dell’Arciconfraternita di Santa Maria della Morte, 20 aprile 1696). Tutti successivi al 1686, lasciano intendere che sono esistiti precedenti lavori perduti e testimoniano la presenza artistica di Muratori, unica donna fra compositori insigni, in due istituzioni prestigiose.
Il 23 ottobre 1690 Muratori sposa Tommaso Gioseffo Maria Scannabecchi dalla Moneta, di antica e nobile famiglia bolognese, che non ostacola la moglie nell’attività artistica.
Alla morte del maestro Taruffi, nel 1696 la pittrice passa alla bottega di Lorenzo Pasinelli e nel 1700 a quella di Giovan Gioseffo Dal Sole. Nella sua attività ha come modelli i maestri della scuola bolognese del Seicento (Francesco Albani, Cagnacci, Ludovico Carracci, Guido Reni, Alessandro Tiarini) e realizza per esercizio numerose copie di loro opere. Predilige soggetti sacri e talvolta mitologici, trascurando i generi del ritratto, del paesaggio e della natura morta.
Tra le numerose sue opere si ricordano: il dipinto con il Miracolo di San Benedetto da Norcia nel complesso basilicale di Santo Stefano (1701; datato e firmato), il San Girolamo e la Santa Maria Maddalena penitente nella cappella di famiglia della chiesa di San Giovanni in Monte (ante 1704), l’Annunciazione nella chiesa e poi nella sagrestia della Ss. Trinità (ante 1704), l’Incredulità di San Tommaso nella cappella Rizzardi di Santa Maria di Galliera (1705), l’Immacolata Concezione nell’adiacente sagrestia (post 1706) e la Memoria di Francesco e Achille Muratori nel loggiato superiore dell’Archiginnasio (1706, danneggiata durante la seconda guerra mondiale). A Ferrara, in San Domenico, è conservata l’Apparizione della Vergine a San Pietro martire (ante 1704); nella stessa chiesa si trovava anche un San Domenico, e nella sagrestia della cattedrale una Santa Maria Maddalena.
Figlia di Roberto Muratori e di Cecilia Fungarini, Teresa Muratori nasce a Bologna il 17 ottobre 1661. Originaria di Budrio, la famiglia paterna vanta un’alta genealogia e nei tre secoli precedenti si è distinta in ruoli governativi, amministrativi e accademici. Il padre, estimatore delle arti e sostenitore della dignità intellettuale della donna, avvia Teresa allo studio della pittura e della musica, vedendo nelle capacità artistiche della figlia anche la possibilità di celebrare il ruolo della famiglia nell’ambito cittadino.
Già nel 1678 Carlo Cesare Malvasia in Felsina pittrice cita l’attività artistica della allora appena diciasettenne pittrice, indicandola erroneamente quale allieva di Elisabetta Sirani. I primi dipinti significativi risalgono al periodo dell’apprendistato presso Emilio Taruffi; tra questi la Madonna col Bambino e Santa Monica genuflessa e il Martirio di Santa Caterina, rispettivamente nelle chiese bolognesi di Sant’Agostino e di San Nicolò degli Albari (le due pale sono perdute; la seconda fu rimossa e dispersa dopo il 1732).
Coeva è la produzione musicale di Teresa Muratori documentata in modo certo: già del 1686 è un sonetto celebrativo per la pala in San Nicolò. Sopravvivono i soli libretti a stampa degli oratori Il martirio di Santa Colomba (Bologna, chiesa di Santa Maria di Galliera, 1° novembre 1689), Li giochi di Sansone (ibid., 1694), L’Esterre (ibid., 27 marzo 1695) e Cristo morto (ibid., oratorio dell’Arciconfraternita di Santa Maria della Morte, 20 aprile 1696). Tutti successivi al 1686, lasciano intendere che sono esistiti precedenti lavori perduti e testimoniano la presenza artistica di Muratori, unica donna fra compositori insigni, in due istituzioni prestigiose.
Il 23 ottobre 1690 Muratori sposa Tommaso Gioseffo Maria Scannabecchi dalla Moneta, di antica e nobile famiglia bolognese, che non ostacola la moglie nell’attività artistica.
Alla morte del maestro Taruffi, nel 1696 la pittrice passa alla bottega di Lorenzo Pasinelli e nel 1700 a quella di Giovan Gioseffo Dal Sole. Nella sua attività ha come modelli i maestri della scuola bolognese del Seicento (Francesco Albani, Cagnacci, Ludovico Carracci, Guido Reni, Alessandro Tiarini) e realizza per esercizio numerose copie di loro opere. Predilige soggetti sacri e talvolta mitologici, trascurando i generi del ritratto, del paesaggio e della natura morta.
Tra le numerose sue opere si ricordano: il dipinto con il Miracolo di San Benedetto da Norcia nel complesso basilicale di Santo Stefano (1701; datato e firmato), il San Girolamo e la Santa Maria Maddalena penitente nella cappella di famiglia della chiesa di San Giovanni in Monte (ante 1704), l’Annunciazione nella chiesa e poi nella sagrestia della Ss. Trinità (ante 1704), l’Incredulità di San Tommaso nella cappella Rizzardi di Santa Maria di Galliera (1705), l’Immacolata Concezione nell’adiacente sagrestia (post 1706) e la Memoria di Francesco e Achille Muratori nel loggiato superiore dell’Archiginnasio (1706, danneggiata durante la seconda guerra mondiale). A Ferrara, in San Domenico, è conservata l’Apparizione della Vergine a San Pietro martire (ante 1704); nella stessa chiesa si trovava anche un San Domenico, e nella sagrestia della cattedrale una Santa Maria Maddalena.