Master of Caldora chapel
Pietà
Tempera on board
35 x 22 cm
L'attribuzione della tavola al Maestro della cappella della Caldora, probabilmente identificabile con Paolo dell’Aquila è stata formulata da da Stefano L’Occaso in «Prospettiva», N. 174, aprile 2019 e confermata sia...
L'attribuzione della tavola al Maestro della cappella della Caldora, probabilmente identificabile con Paolo dell’Aquila è stata formulata da da Stefano L’Occaso in «Prospettiva», N. 174, aprile 2019 e confermata sia da Virginia Ceramico in «Paragone» sia da Andrea De Marchi (comunicazione scritta).
Il “Maestro della cappella Caldora” è un pittore tardogotico attivo prevalentemente in Abruzzo, tra Celano e Sulmona ma anche presso il Sacro Speco di Subiaco, nella prima metà del XV secolo, che prende nome dall’importante ciclo pittorico che adorna le pareti dell’omonima cappella: la cappella Cantelmo-Caldora. Quest’ultima sorge all’interno del complesso dell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, a Sulmona (l’Aquila), e fu voluta da una delle più importanti famiglie gentilizie dell’aristocrazia abruzzese, i Cantelmo-Caldora. Riconosciuta dal FAI come sito di particolare rilevanza storico-artistica, ospita al suo interno il monumento funebre commissionato da Madonna Rita Cantelmo, vedova Caldora, a Gualtiero d’Alemagna ed eseguito nel 1412. Sulle pareti della cappella, si svolge una pagina di notevole pittura, commissionata sempre da Rita Cantelmo e in perfetta sintonia con i valori simbolici e le peculiarità stilistiche del monumento funebre. Il ciclo pittorico, che comprende dodici riquadri raffiguranti alcuni "Episodi della Vita di Cristo" sulle pareti laterali e sulla parete centrale, sopra al monumento, la scena del "Compianto" affiancata da un "Santo Guerriero", viene assegnato al cosiddetto “Maestro della cappella Caldora”.
La piccola tavola, raffigurante una Pietà, costituisce una testimonianza estremamente rara dell’attività su tavola di questo pittore. L’esecuzione pittorica presenta caratteri stilistici affini alle altre opere del Maestro sopra citate. L'esecuzione sensibile e vellutata degli incarnati indica una data perfettamente compatibile con il primo-secondo decennio del Quattrocento.
Si veda, come bibliografia di riferimento, S. L’Occaso in «Prospettiva», n. 174 (aprile 2019), Seite 70-76, 103.
Il “Maestro della cappella Caldora” è un pittore tardogotico attivo prevalentemente in Abruzzo, tra Celano e Sulmona ma anche presso il Sacro Speco di Subiaco, nella prima metà del XV secolo, che prende nome dall’importante ciclo pittorico che adorna le pareti dell’omonima cappella: la cappella Cantelmo-Caldora. Quest’ultima sorge all’interno del complesso dell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, a Sulmona (l’Aquila), e fu voluta da una delle più importanti famiglie gentilizie dell’aristocrazia abruzzese, i Cantelmo-Caldora. Riconosciuta dal FAI come sito di particolare rilevanza storico-artistica, ospita al suo interno il monumento funebre commissionato da Madonna Rita Cantelmo, vedova Caldora, a Gualtiero d’Alemagna ed eseguito nel 1412. Sulle pareti della cappella, si svolge una pagina di notevole pittura, commissionata sempre da Rita Cantelmo e in perfetta sintonia con i valori simbolici e le peculiarità stilistiche del monumento funebre. Il ciclo pittorico, che comprende dodici riquadri raffiguranti alcuni "Episodi della Vita di Cristo" sulle pareti laterali e sulla parete centrale, sopra al monumento, la scena del "Compianto" affiancata da un "Santo Guerriero", viene assegnato al cosiddetto “Maestro della cappella Caldora”.
La piccola tavola, raffigurante una Pietà, costituisce una testimonianza estremamente rara dell’attività su tavola di questo pittore. L’esecuzione pittorica presenta caratteri stilistici affini alle altre opere del Maestro sopra citate. L'esecuzione sensibile e vellutata degli incarnati indica una data perfettamente compatibile con il primo-secondo decennio del Quattrocento.
Si veda, come bibliografia di riferimento, S. L’Occaso in «Prospettiva», n. 174 (aprile 2019), Seite 70-76, 103.
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