Enrico Prampolini Aeropittura IV, 1930

1 - 31 July 2022
  • Enrico Prampolini
    Aeropittura IV, 1930
    Signed lower right
    Signed and titled on the label on the reverse
    Oil on canvas and cork
    60,4 x 80,4 cm
  • The concept of 'aeropittura' was introduced in 1929 by Marinetti, who published the 'Manifesto dell'aeropittura futurista' (Futurist Aeropainting Manifesto) on...

    Tullio Crali,  In decollo, 1932, oil on cardboard,

    Rovereto, MART - Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto

     

     

    The concept of 'aeropittura' was introduced in 1929 by Marinetti, who published the 'Manifesto dell'aeropittura futurista' (Futurist Aeropainting Manifesto) on 22 September in Turin's 'La Gazzetta del Popolo' with Balla, Benedetta, Depero, Fillia, Prampolini, Somenzi and Tato as co-signatories, but it had already started to spread among some Futurist painters in the mid-1920s.
    The success of Aeropittura was such that in 1939, for the 3rd Quadriennale d'Arte Nazionale, a group exhibition was held entitled precisely "Mostra futurista di aeropittori e aeroscultori" (Futurist exhibition of aeropainters and aerosculptors) and for the occasion Marinetti wrote an introduction in which he analysed this trend in detail for the first time, classifying the movement into four pictorial and two aerosculptural declinations. Aeropainting artists evolved the concepts of speed and dynamism not only through trains, cars or motorbikes, but also through physical and mental visions that were absolutely innovative for the world of the time.

    In fact, from 1929 the Manifesto was republished several times, but the individual signatories and subsequent adherents split into two fronts proposing two different conceptions of aeropittura. On one side were Benedetta, Crali, Dottori, Somanzi and Tato who interpreted it as 'terrestrial landscape seen from an aeroplane in flight', and on the other Prampolini and Fillia, followed by the Turin group, who argued for a new and more modern conception, with strong surreal components and clear anticipations of post-World War II spatialism. Towards the end of 1930, Prampolini's and Fillia's common experiences were defined in the proposal to go beyond the mechanical, perspective and visual sensations of speed and height perceived in the experience of flight, in order to express a cosmic and spatial synthesis of new sensations by summing up "in a single plastic organism" the spirit of the different natures present in the cosmos "mineral, vegetal, human and mechanical" (Fillia, Spintualità aerea, in "Oggi e Domani", 4 December 1930). A far-reaching conceptual expansion of a psychological and psychic nature, which in Prampolini is expressed by the introduction of brute matter into the compositions of his paintings in this period. Granules of tar mixed with lithic or mineral fragments, corks that with their rough surface look like extinguished meteorites converse with the intersections of the atmospheric planes, with the planets and with the geometric lines of the aeroplanes that allowed the opening and perception of new spiritual and mental dimensions.

     

     


     

  • In order to launch the new aeropictorial currents, Marinetti devised a series of three exhibitions in 1931, all closely linked...

     

     


      

    In order to launch the new aeropictorial currents, Marinetti devised a series of three exhibitions in 1931, all closely linked within a short space of time and all bearing the manifesto printed in the catalogue: the first in Rome in February, the second in Trieste in March and the third in Gorizia at the beginning of June.
    Scrolling through the lists of works, it can be seen that the artists who took part in all three events sent more or less the same works each time. In Rome, Prampolini was present with six paintings, all entitled "Volo" (Flight) and numbered from 1 to 6, the same works were certainly presented in Trieste with the title changed to "Aeropiftura" (Airplane) and numbered from 1 to 6 (probably to distinguish himself from others such as Tato, Oriani. Thayaht and Diulgheroff had used the same title 'Flight' followed by a number in Rome). In Gorizia, Prampolini's "Aeropitture" were reduced to 5 because number 6 had probably been sold in Trieste, and the one presented here was sold in Gorizia, where it remained in the same collection for ninety years.

    The Trieste and Gorizia catalogues do not illustrate paintings by Prampolini and identification is therefore based therefore mainly on the title. The four remaining Aeropitture from this series - extremely important as it was the first of the new theme - were subsequently exhibited in France, some with possibly different titles. Aeropittura | is indicated by Filiberto Menna as having been exhibited in a 1932 exhibition in Paris (Enrico Prampolini et les aéropeintres futuristes italiens, Galerie de La Renaissance, Paris, 1932) but only one Aéropeinture appears in the list of works exhibited (no. 44 in the catalogue, illustrated), which is instead published by Menna (cat. 81, fig. 163) under the title Velocità di elica (Propeller Speed), 1990 c. (location unknown).
    From a stylistic point of view Aeropittura IV can be placed between 1929 and the end of 1930. On the one hand, in fact, as a remnant of the first aeropainting iconography, we find the silhouette of the airplane that also characterised the well-known Plastic Itinerary of 1829; on the other hand, it already contains those polymateric elements (cork and tarry granules) that characterise the works from 1931 onwards.

     -  Paolo Baldacci


     

  • Il concetto di 'aeropittura' nasce nel 1929 ad opera di Marinetti, che il 22 settembre pubblica su 'La Gazzetta del...
     
    Luigi Colombo (Fillia)
    Figura nello spazio, 1930
    Signed lower right
    Oil on canvas
    125 x 105 cm
    ML fine art

     

    Il concetto di "aeropittura" nasce nel 1929 ad opera di Marinetti, che il 22 settembre pubblica su "La Gazzetta del Popolo" di Torino il "Manifesto dell'aeropittura futurista" con Balla, Benedetta, Depero, Fillia, Prampolini, Somenzi e Tato come cofirmatari, ma già dalla metà degli anni Venti inizia a diffondersi tra alcuni pittori futuristi.
    Il successo dell'Aeropittura fu tale che nel 1939, in occasione della III Quadriennale d'Arte Nazionale, fu allestita una mostra collettiva intitolata appunto "Mostra futurista di aeropittori e aeroscultori" e per l'occasione Marinetti scrisse un'introduzione in cui analizzava per la prima volta nel dettaglio questa tendenza, classificando il movimento in quattro declinazioni pittoriche e due aerosculturali. Gli artisti dell'aeropittura evolvono i concetti di velocità e dinamismo non solo attraverso treni, automobili o motociclette, ma anche attraverso visioni fisiche e mentali assolutamente innovative per il mondo dell'epoca.

    Infatti, a partire dal 1929 il Manifesto fu ripubblicato più volte, ma i singoli firmatari e i successivi aderenti si divisero in due fronti proponendo due diverse concezioni dell'aeropittura. Da una parte Benedetta, Crali, Dottori, Somanzi e Tato che la interpretano come "paesaggio terrestre visto da un aereo in volo", dall'altra Prampolini e Fillia, seguiti dal gruppo torinese, che sostengono una nuova e più moderna concezione, con forti componenti surreali e chiare anticipazioni dello spazialismo del secondo dopoguerra. Verso la fine del 1930, le esperienze comuni di Prampolini e Fillia si definiscono nella proposta di superare le sensazioni meccaniche, prospettiche e visive di velocità e altezza percepite nell'esperienza del volo, per esprimere una sintesi cosmica e spaziale di nuove sensazioni riassumendo "in un unico organismo plastico" lo spirito delle diverse nature presenti nel cosmo "minerale, vegetale, umana e meccanica" (Fillia, Spintualità aerea, in "Oggi e Domani", 4 dicembre 1930). Un'espansione concettuale di ampio respiro, di natura psicologica e psichica, che in Prampolini si esprime con l'introduzione della materia bruta nelle composizioni dei suoi quadri di questo periodo. Granuli di catrame mescolati a frammenti litici o minerali, tappi di sughero che con la loro superficie ruvida sembrano meteoriti spente dialogano con le intersezioni dei piani atmosferici, con i pianeti e con le linee geometriche degli aerei che permettono l'apertura e la percezione di nuove dimensioni spirituali e mentali.
    Per lanciare le nuove correnti aeropittoriche, Marinetti ideò nel 1931 una serie di tre mostre, tutte strettamente collegate tra loro in un breve lasso di tempo e tutte recanti il manifesto stampato in catalogo: la prima a Roma in febbraio, la seconda a Trieste in marzo e la terza a Gorizia all'inizio di giugno.
    L'opera qui presente è un raro esempio di aeropittura di Prampolini, che è stata esposta a tutte e tre le mostre: a Roma, a Trieste e finalmente a Gorizia, dove è stata venduta e poi rimasta nella stessa collezione per novant'anni.

     

    I cataloghi di Trieste e Gorizia non illustrano dipinti di Prampolini e l'identificazione si basa quindi principalmente sul titolo. Le quattro rimanenti Aeropitture di questa serie - estremamente importante in quanto la prima del nuovo tema - sono state successivamente esposte in Francia, alcune con titoli forse diversi. L'Aeropittura | è indicata da Filiberto Menna come esposta in una mostra del 1932 a Parigi (Enrico Prampolini et les aéropeintres futuristes italiens, Galerie de La Renaissance, Paris, 1932), ma nell'elenco delle opere esposte compare una sola Aéropeinture (n. 44 del catalogo, illustrata), che è invece pubblicata da Menna (cat. 81, fig. 163) con il titolo Velocità di elica, 1990 c. (ubicazione sconosciuta).
    Da un punto di vista stilistico l'Aeropittura IV può essere collocata tra il 1929 e la fine del 1930. Da un lato, infatti, come residuo della prima iconografia aeropittorica, troviamo la sagoma dell'aereo che caratterizza anche il noto Itinerario plastico del 1829; dall'altro, contiene già quegli elementi polimaterici (sughero e granuli di catrame) che caratterizzano le opere dal 1931 in poi.

     -  Paolo Baldacci